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Le Patologie | ||
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GELONE - ERITEMA PERNIO |
DESCRIZIONE E SINTOMI
Il gelone è un'alterazione morbosa della pelle provocata dal freddo, che si localizza in modo prevalente alle dita delle mani e dei piedi,al naso e alle orecchie. Si presenta come una chiazza edematosa di colore rosso - violaceo, con cute fredda e lucente. Il prurito è intenso soprattutto dopo il riscaldamento della zona interessata; il dolore può essere lieve o anche molto intenso. Nei casi più gravi possono comparire vescicole e bolle, che possono anche ulcerarsi. La causa è una esagerata reazione dei piccoli vasi sanguigni cutanei nelle zone colpite. Si tratta di un rigonfiamento e relativo ristagno di sangue venoso nella zona esposta al freddo. La durata del disturbo è di pochi giorni fino a più settimane, finchè la circolazione venosa locale non ritorna normale. Il gelone guarisce completamente senza lasciare esiti. Le recidive stagionali sono molto frequenti. CONSIGLI TERAPEUTICI Evitare esposizioni al freddo e proteggersi con indumenti adatti. Utile l'uso di pomate ad azione specifica. NOTE Consultare il medico se il gelone si ulcera per evitare il rischio di infezioni |
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GLAUCOMA |
Il glaucoma e' una malattia caratterizzata da un aumento della pressione intraoculare che puo' causare una riduzione del visus in forma lieve o grave sino a cecita' assoluta. Il glaucoma primario negli adulti puo' essere di due tipi: cronico ad angolo aperto o acuto o cronico ad angolo chiuso. Il glaucoma ad angolo aperto e' la forma piu' frequente e si manifesta in genere dopo i 30 anni. E' generalmente familiare e raramente unilaterale. Il paziente in genere soffre di emicranie, vede aloni colorati attorno alle lampade elettriche e ha un diminuito adattamento all'oscurita'. La maggior parte dei casi puo' essere controllata con l'uso di colliri. Inizialmente si somministrano i preparati piu' leggeri. I preparati di scelta sono pilocarpina, timololo maleato, carbacolo. L'epinefrina aiuta a controllare l'aumento di pressione riducendo la produzione di umor acqueo. Il paziente deve evitare ogni fatica, stress emotivi, l'uso di tabacco ed l'assunzione di grandi quantita' di liquidi. La tonometria e l'esame dei campi visivi devono essere eseguiti semestralmente. Qualora la terapia medica non sia sufficiente a controllare la pressione intraoculare, e' necessario ricorrere alla chirurgia o al laser per migliorare il deflusso dell'umor acqueo. Nel glaucoma acuto ad angolo chiuso i sintomi premonitori si presentano sotto forma di episodi transitori di ridotta acutezza visiva, visione di aloni colorati attorno alle luci, dolore oculare e cefalea. Questi episodi possono durare solo poche ore o ripresentarsi ad intervalli prima dell'insorgenza di un tipico attacco prolungato di glaucoma ad angolo chiuso. L'attacco acuto e' caratterizzato dalla rapida perdita della vista e dalla improvvisa comparsa di un dolore lancinante all'occhio, possono essere presenti anche nausea e vomito, lacrimazione, edema della palpebra superiore. Il trattamento e' farmacologico o mediante intervento chirurgico. I sintomi del glaucoma cronico ad angolo chiuso sono simili a quello del glaucoma acuto, ma meno gravi
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GOMITO DEL TENNISTA - EPICONDILITE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
Il gomito del tennista, o epicondilite, è una infiammazione dei tendini dei muscoli dello avambraccio. E' provocata da una sollecitazione eccessiva di questa zona e da ripetuti microtraumi. Sembra avere un ruolo anche l'invecchiamento del tendine,errori nella tecnica di esecuzione di alcuni movimenti ripetuti, una certa predisposizione individuale. Sono soggetti a tale disturbo anche tutte quelle persone che svolgono un'attività in cui è richiesto l'uso frequente e ripetitivo delle mani (carpentieri,imbianchini,meccanici,ecc.). Si manifesta con dolore spontaneo al gomito, che si irradia alla zona posteriore dello avambraccio e della mano, specie durante o subito dopo uno sforzo. Nei casi gravi possono essere impediti movimenti anche banali, come stringere la mano o sollevare un oggetto leggero. CONSIGLI TERAPEUTICI La terapia si basa sul riposo dell'arto. Somministrare farmaci antinfiammatori e pomate antidolorifiche e lenitive. Utile anche la fisioterapia. NOTE Consultare il medico se non si risolve nel giro di due o tre giorni o se si ripresenta |
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GONFIORE ADDOMINALE - METEORISMO |
DESCRIZIONE E SINTOMI
Il meteorismo è il rigonfiamento, diffuso a tutto l'addome o localizzato ad una sua parte, determinato da un accumulo di gas nel tubo gastroenterico. Tale disturbo si accompagna spesso alla presenza di gorgoglii addominali e flatulenza (emissione di gas dal retto). Se la raccolta di gas è particolarmente ampia possono essere anche presenti segni di difficoltà respiratoria e ripetute crisi di singhiozzo. Il disturbo compare in pazienti affetti da cattiva digestione, da malassorbimento, da enteriti, da subocclusione intestinale, da tensione nervosa. Il meteorismo si associa a senso di tensione dolorosa e di malessere in presenza di disturbi della motilità intestinale, di infiammazioni acute o croniche del tubo digerente e del fegato. CONSIGLI TERAPEUTICI Osservare due norme fondamentali: evitare cibi che facilitano la formazione di gas (cavoli, legumi e cipolle), masticare e insalivare bene i cibi.Concludere i pasti bevendo un bicchiere d' acqua calda con una scorza di limone. NOTE Consultare il medico specie in presenza di un forte dolore addominale |
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GONORREA (Blenorragia) |
Infezione venerea altamente contagiosa causata da Neisseria Gonorreae. La malattia si trasmette di solito mediante rapporto sessuale, raramente tramite oggetti o biancheria infetta, data la scarsa sopravvivenza del gonococco nell'ambiente esterno. La malattia interessa principalmente le mucose del tratto genitourinario, del retto e della cervice; talvolta puo' diffondersi per via linfatica o ematica: in questo caso si ha un leggero rialzo termico, malessere, dolori articolari e sparse lesioni cutanee pustolose verso la periferia degli arti. Nell'uomo il periodo di incubazione dura dai 2 ai 14 giorni. L'inizio usualmente consiste in una sensazione di formicolio dell'uretra, seguita da difficolta' nell'urinare ed eliminazione di secreto purulento. Nella donna i sintomi compaiono di solito tra il settimo e il ventunesimo giorno dell'infezione. La sintomatologia e' generalmente modesta, ma per alcune donne l'inizio puo' essere grave con difficolta' nell'urinare, aumento dello stimolo a urinare e secrezione vaginale. La vagina, il canale cervicale e gli organi riproduttivi rappresentano le regioni piu' frequentemente infettate. L'infiammazione delle tube uterine (salpingite) rappresenta una comune complicanza. Se non trattata adeguatamente con antibiotici la Gonorrea tende a cronicizzare, data la scarsa tendenza alla guarigione spontanea, causando sterilita' e in caso di batteriemia (cioe' di batteri nel sangue) pericardite, endocardite, meningite, anche fatali. Il paziente dovra' astenersi da attivita' sessuale fino al momento della guarigione, che va verificata una settimana dopo il termine della terapia, da campioni prelevati dalle sedi infette. Il comportamento migliore e' quello di effettuare un secondo esame due settimane piu' tardi
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GOTTA |
DESCRIZIONE E SINTOMI
Disturbo metabolico (ereditario) caratterizzato da aumento dei livelli ematici di acido urico, con loro precipitazione nelle articolazioni (soprattutto dita dei piedi e ginocchia) con dolore molto acuto, arrossamento, aumento di temperatura della parte colpita, ed impossibilità di movimento dell'articolazione. CONSIGLI TERAPEUTICI Il trattamento della gotta prevede l'utilizzazione di antidolorifici, di farmaci che agiscono sui livelli di acidi urici nel sangue (allopurinolo) o che ne aumentano l'eliminazione renale (probenecid), o di colchicina. Spesso il gottoso presenta calcoli renali di acido urico, quindi l'assunzione di acqua ( 2 litri al dì) previene la calcolosi renale. Controllare i valori di acidi urici nel sangue (urato, o uricemia). La dieta consiste nel ridurre l'assunzione di grassi animale e nel diminuire DRASTICAMENTE l'assunzione di alimenti ad alto contenuto di purine: * Acciughe * Animelle * Aringhe * Brodo do carne * Cervella * Cuore * Estratti di carne * Fegato * Rene * Sardine * Sgombro * Uova di pesce Diminuire l'assunzione di alimenti a medio contenuto di purine: * Asparagi * Cavolfiori * Carne * Fagioli seccghi * Funghi * Lentuicchie * Piselli secchi * Pollame * Selvaggina * Spinaci |
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HERPES ZOSTER |
(Herpete, Fuoco di Sant'Antonio) L'Herpes Zoster e' provocato dal virus Varicella-Zoster, lo stesso che provoca la varicella. Esso puo' essere attivato da malattie sistemiche o da terapie immunosoppressive. La malattia puo' presentarsi a qualsiasi eta', ma e' piu' frequente dopo i 50 anni. I sintomi prodromici di rinite, febbre e malessere generale possono presentarsi 3-4 giorni prima che si manifestino le caratteristiche distintive della malattia, con o senza dolore lungo il decorso della eruzione futura. Al 4°-5° giorno circa, appaiono dei caratteristici gruppi di vescicole su una base eritematosa. L'eruzione si ha piu' spesso alla regione toracica, a diffusione unilaterale, ed inizia a seccarsi ed esfoliarsi al 5° giorno circa dopo la comparsa. Sebbene sia difficile in fase pre-eruttiva, la diagnosi diviene facile dopo la comparsa delle vescicole, con la loro distribuzione caratteristica. Nei casi piu' estesi si somministra -possibilmente entro 2-3 giorni dall'insorgenza della malattia- l'Acyclovir con un dosaggio di 4 grammi al giorno (5 compresse da 800 mg) per 7 giorni oppure Valacyclovir 3 grammi al giorno (3 compresse da 1 grammo) per 7 giorni. Una complicanza temibile -soprattutto se la terapia farmacologica viene iniziata tardivamente (oltre i 2-3 giorni) e se la forma herpetica e' grave - e' rappresentata dalla Nevralgia post-herpetica (NPH), che consiste in dolore cronico nella sede dell'eruzione herpetica. Non esiste una terapia che possa alleviare questa grave complicanza. Studi recenti indicano che i pazienti immunosoppressi possono trarre beneficio con Interferon umano esogeno
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ICTUS E TIA |
DESCRIZIONE E SINTOMI
ICTUS (o apoplessia, stroke) E' un danno acuto cerebrale dovuto a trombosi o ad emorragia cerebrale (vedi) con perdita della coscienza, respirazione resa problematica dalla paralisi del palato molle. In genere è colpito solo un lato, ed in caso di trombosi la paralisi si instaura lentamente così come si assiste ad una progressiva perdita della capacità nel parlare. La gravità dell'ictus è correlata all'estensione ed alla durata del danno ischemico (mancanza di ossigeno) cerebrale. Se il danno occlusivo è 4-6 ore il recupero delle funzioni è molto problematico, per cui occorre intervenire (dal punto di vista medico) entro le prime 2 ore per ridurre al massimo i danni indotti dall'ipossia. TIA (attacchi ischemici transitori o ministroke) I TIA sono caratterizzati da lieve perdita (da pochissimi secondi ad alcune ore) di flusso cerebrale con disturbi tipo assenza, sguardo fisso, perdita fugace della vista (monolaterale), lievi deficit motori o della parola o perdita del senso dello spazio-tempo (tipico il caso di chi "gira a vuoto" non ricordando più dove sta andando e perchè): spesso c'è amnesia per l'episodio. I disturbi regrediscono COMPLETAMENTE. Nel caso dei disturbi di durata breve e media succede molto spesso che il soggetto NON si rende conto di avere un disturbo, attribuendo (quando se ne rende conto) quel disturbo a stress, lombalgia o ai più vari motivi: sono i familiari o gli amici che notano il cambiamento di umore e/o il deficit della parola o fisico. Le cause più comuni di TIA sono le occlusioni delle carotidi con microembolie, ipotensione (in presenza di aterosclerosi), o ipotensione grave da iperdosaggio di farmaci ipotensivi. Il TIA, in presenza di stenosi delle carotidi, è una condizione predisponente all'ictus (vedi). Se non precocemente individuato e correttamente trattato (antiaggreganti) il TIA si ripete e porta in breve tempo all'ictus. CONSIGLI TERAPEUTICI Una volta che la fase acuta è passata è fondamentale attuare un'intensa riabilitazione (motoria, funzionale, della parola ed in parte, se possibile, psicologica) stimolando la cooperazione a livello familiare (essenziale per un aumento delle possibilitè di recupero) |
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IMPOTENZA MASCHILE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
L'impotenza maschile consiste nell'incapacità (parziale o totale) di arrivare e mantenere l'erezione. L'età NON è un fattore che la influenza. La valutazione di un'impotenza è compito di un gruppo interdisciplinare (Urologo, endocrinologo, specialista in malattie vascolari), di una storia clinica accurata, e con l'ausilio di ecocolordoppler vascolare. Le forme organiche determinano una diminuzioni delle erezioni notturne (misurabili con un apparecchio apposito), mentre in quelle psicogene sono normali. Le forme organiche a genesi vascolare sono curabili con iniezioni intracavernose di prostaglandine |
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INCONTINENZA URINARIA |
DESCRIZIONE E SINTOMI
L'incontinenza si può presentare più volte al giorno, una volta al giorno o una volta a settimana. NELLE DONNE: si manifesta l'incontinenza urinaria da stress, causata da: * invecchiamento * diminuzione degli estrogeni * interventi chirurgici pelvici * radiazioni * traumi * danni neurologici. Un'altra forma è l'incontinenza urinaria che può presentarsi da sola o associata a quella da stress (incontinenza mista), in genere è idiopatica (di origine non chiara, non definita). NEGLI UOMINI: L'incontinenza urinaria da stress è spesso causata da interventi di prostatectomia radicale. L'incontinenza urinaria può essere causata dall'iperplasia prostatica accentuata. Esistono le incontinenze causate da lesioni neurologiche cerebrali (in seguito a neuropatia diabetica, ictus, Parkinson di grado avanzato, trauma cranico e tumori cerebrali) con danneggiamento dei centri di controllo dello sfintere che controlla la minzione urinaria. NEGLI ANZIANI: l'incontinenza è molto più frequente, ed è dovuta a danno dei lobi frontali cerebrali. CONSIGLI TERAPEUTICI In tutti i casi di incontinenza si devono utilizzare pannoloni per assorbire l'urina che viene "persa" senza che se ne possa controllare l'emissione |
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INDIGESTIONE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
L'indigestione è la condizione in cui si ha un rallentamento occasionale delle funzioni digestive, con senso di peso allo stomaco, eruttazioni, a volte nausea e vomito, rumori addominali, meteorismo (aria nello stomaco), stanchezza e senso generale di malessere. Tali sintomi di norma compaiono una o due ore dopo aver mangiato. Lo stato della lingua denuncia con chiarezza le cause di tale disturbo: quando la lingua presenta una patina bianca e spessa indica, di norma, un'indigestione da alimenti grassi; una patina giallastra è, invece, sempre segno di abusi alimentari. L'indigestione può essere inoltre causata da un colpo di freddo all'addome o essere la conseguenza dell'ingestione di bevande fredde. Questo disturbo può essere episodico,come dopo eccessi alimentari, oppure frequente, ed in questo caso si parla di dispepsia. CONSIGLI TERAPEUTICI Lasciare l'organismo a riposo per almeno un giorno, assumendo solo thè o menta con limone. Riprendere l'alimentazione solida mangiando solo pane e biscotti secchi. NOTE Consultare il medico se questo disturbo si verifica frequentemente |
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INFARTO DEL MIOCARDIO |
La sclerosi coronarica e' il denominatore comune nella maggior parte dei pazienti che vanno incontro ad infarto. Il primo sintomo di infarto acuto del miocardio e' in genere un dolore profondo, retrosternale, descritto come costrittivo o oppressivo, spesso con irradiazione al dorso, alla mandibola o al braccio sinistro. Il dolore ha caratteristiche analoghe a quelle dell'Angina Pectoris, ma e' di solito piu' intenso e solo scarsamente e transitoriamente alleviato dalla nitroglicerina. Comunque, il dolore puo' essere anche minimo; una percentuale significativa di infarti acuti e' silente o da' una sintomatologia che non viene presa in considerazione dal paziente. I sintomi, le alterazioni all'elettrocardiogramma e/o all'ecocardiografia, e l'aumento dell'attivita' sierica di certi enzimi liberati dalle cellule miocardiche sono espressione del danno subito dal cuore. L'Infarto acuto del miocardio e' cosi' frequente nel mondo occidentale che e' da prendere in considerazione, per prudenza, in tutti gli uomini di eta' superiore ai 35 anni e in tutte le donne al di sopra dei 50 anni quando il sintomo principale e' il dolore toracico. Non di rado il paziente -e talvolta anche il Medico- interpreta il dolore dell'infarto come indigestione che puo' rendere difficile la valutazione. Dal momento che il 50% di tutti i decessi da infarto acuto del miocardio avviene nelle prime due ore e mezza dall'inizio della sindrome clinica, le primissime ore di trattamento hanno un'importanza vitale. Un paziente con sospetto infarto acuto va ricoverato al piu' presto in un ospedale provvisto di unita' coronarica. La terapia -praticata molto frequqntemente in ambiente ospedaliero- consiste nella somministrazione di prodotti fibrinolitici (che "sciolgono") il -sospetto- trombo coronarico: questa terapia migliora la sopravvivenza. L'attivita' cardiaca dopo la guarigione dipende essenzialmente dalla massa di muscolatura funzionante rimasta indenne dopo l'episodio acuto. E' consigliabile tenere il paziente tranquillo a letto per i primi 2-3 giorni, finche' il decorso della malattia non divenga abbastanza chiaro. Il riposo a letto per piu' di un breve periodo determina rapida debilitazione fisica con conseguente ipotensione ortostatica, ridotta capacita' lavorativa ed aumento della frequenza cardiaca sotto sforzo. Ai pazienti senza complicazioni possono essere permessi, dopo 3-4 giorni il riposo in poltrona, i movimenti passivi. Dopo una settimana gli e' consentito andare a piedi al bagno, eseguire lavori non stressanti a tavolino e leggere. La dimissione dall'ospedale dopo due settimane e' ragionevole e senza rischi significativi. L'attivita' fisica viene gradualmente aumentata nel corso delle successive 3-6 settimane. A distanza di 6 settimane dall'infarto acuto se la funzione cardiaca e' ben mantenuta, la maggior parte dei pazienti e' in grado di tornare alle normali attivita' in maniera completa. Una delle conseguenze dell'aumentata sopravvivenza dei pazienti infartuati Þ l'aumentata incidenza (nuovi casi) di pazienti affetti da insufficenza cardiaca
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INFIAMMAZIONE ARTICOLARE - BORSITE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
La borsite è l'infiammazione che coinvolge la borsa sierosa di un'articolazione, e consiste in una irritazione del rivestimento della borsa o in un maggior accumulo di liquido. Le borse sono delle vescicole che si trovano tra i muscoli e le articolazioni o tra i tendini e le ossa, ed hanno il compito di consentire la massima mobilità dell'apparato locomotore, con il minimo attrito. Le borsiti si localizzano più frequentemente: alla spalla, al gomito e al ginocchio. Sono causate per lo più da un'improvvisa distorsione o lussazione o da una lesione. I sintomi più frequenti sono: dolori violenti (che aumentano di notte e ad ogni movimento), ridotta mobilità dell'arto colpito, gonfiore, arrossamento, dolorabilità alla pressione e sensazione di calore nell'area infiammata. Se non sono curate, si può instaurare un decorso cronico che può durare mesi o anche anni. CONSIGLI TERAPEUTICI La terapia si basa sul riposo e sulla riabilitazione fisica. E' utile l'applicazione di pomate lenitive ed antinfiammatorie e, se necessario, la somministrazione per bocca di farmaci antidolorifici. NOTE Consultare il medico se è presente un accumulo di liquido |
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INFIAMMAZIONE DEL RETTO - PROCTITE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
La proctite è un processo infiammatorio che colpisce il retto (ultimo tratto dello intestino). Inizia per lo più a partire dallo stato mucoso del retto e può,in un secondo tempo,estendersi a tutte le altre componenti della parete e al tessuto adiacente. Tale fenomeno è caratterizzato da: sensazione di bruciore locale, associata al continuo e urgente bisogno di evacuare, dolore e prurito locale. A volte può essere presente diarrea(con sangue nelle feci) e, nelle forme infettive, anche la febbre. Svariate sono le cause che possono determinare tale infiammazione,essa può essere conseguenza di traumi ripetuti, di malattie a trasmissione sessuale e di altre malattie infettive. Vi sono anche proctiti aspecifiche, cioè di origine sconosciuta. CONSIGLI TERAPEUTICI Sono utili supposte e clisteri medicati a base di antinfiammatori. NOTE Consultare il medico specie in presenza di sangue nelle feci e/o febbre |
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INFIAMMAZIONE DELL'IRIDE - IRITE |
DESCRIZIONE E SINTOMI
L'irite è l'infiammazione dell'iride, la porzione anteriore colorata, a forma di disco, del bulbo oculare, al centro della quale si trova la pupilla. Le cause principali di tale affezione consistono in: malattie infettive, infezioni locali, malattie reumatiche, processi immunoallergici. I sintomi principali dell'irite sono: fotofobia (intolleranza alla luce), dolore al bulbo oculare, dolore sopraciliare, riduzione della capacità visiva, arrossamento e lacrimazione dell'occhio, alterazione del colore dell'iride e restringimento della pupilla. In taluni casi la malattia si risolve nel giro di una o due settimane, mentre in altri può avere un decorso anche molto lungo. Nei soggetti colpiti da irite non sono rare le ricadute. CONSIGLI TERAPEUTICI Risulta utile l'uso di colliri ad azione specifica. NOTE Consultare il medico per una corretta diagnos |
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